McDonald’s a San Francesco? Parliamone

Due consiglieri comunali di Italia Viva hanno avanzato una mozione al consiglio comunale di Teramo per favorire l’interessamento del Comune riguardo l’apertura di un McDonald’s presso il parcheggio di piazza San Francesco, la Costruttori Teramani proprietaria della struttura avrebbe l’idea di elevare un edificio dove ora si trova il piano a raso del parcheggio, e lì farci il ristorante della nota catena di fast food americana.

La questione è di rilevanza dubbia, si tratta pur sempre di un ristorante che serve cibo spazzatura, ma assume un carattere diverso se ci si ricorda che si era già parlato dell’apertura di un McDonald’s in città, precisamente all’interno del centro commerciale di recente apertura in zona stazione che ospita un supermercato Oasi e un negozio della catena Globo; a leggere le notizie pubblicate dalla stampa locale erano state avviate le ricerche di personale, ma in seguito vennero rinviate, e la situazione parse risolta in una nulla di fatto, almeno fino a ora.

Le motivazioni per cui il comune di Teramo dovrebbe, a sentire i consiglieri del partito di Renzi, spingere per questa apertura sarebbero da ricercare nella necessità di fare del capoluogo aprutino una città vera, non più un paesotto di provincia: “è interesse di una città capoluogo di provincia poter usufruire dei servizi di primarie catene di fast food, come già accade a Giulianova, a Colonnella e nel Centro Commerciale Gran Sasso di Piano d’Accio”.

Proveremo ora a entrare nel merito della questione senza cadere in facili ironie o prese in giro, anche perchè le abbiamo già fatte in altra sede, l’occasione era troppo ghiotta.

In primo luogo affrontare una tematica del genere nel mezzo della pandemia da CoVid19, che tra le altre cose ha colpito duramente il settore della ristorazione, è ridicolo, ma non è la sola cosa ridicola di questa mozione a guardar bene.

Eviteremo di elencare le cose (problemi da risolvere, iniziative da portare avanti, idee da sviluppare) che nella nostra città sarebbero più urgenti e importanti di un fast food a piazza San Francesco, sono troppe e divagheremmo; altresì non scadremmo in discorsi sacrosanti, ma evidentemente settari, come parlare del fatto che la cucina teramana è tra le migliori in Italia e sicuramente non dovremmo essere noi teramani a doverci preoccupare di far installare un fast food tra il Tordino e il Vezzola.

E’ il caso di parlare invece della storico rapporto che lega il segretario di Italia Viva con grandi imprenditori e grandi marchi, uno su tutti Oscar Farinetti; in questo senso appare
ancora più chiaro ora che tra gli obiettivi della formazione politica in questione non sia presente la cura degli interessi dei cittadini, troviamo invece la cura degli interessi dei grandi capitali; quello che è a livello nazionale vale anche a livello locale.

Non riusciamo a capire proprio come possano con questa mozione i nostri due consiglieri essere dalla parte dei loro elettori, far aprire in città un fast food del genere provocherà esclusivamente due cose: lavoratori precari e con paghe basse, ricchezza prodotta dai teramani che finirà fuori, molto fuori, ma proprio lontanissimo dalla città, se non per il lauto affitto che immaginiamo non vedano l’ora di incassare alla Costruttori Teramani, la quale ha appena soffiato la gestione delle “strisce blu” alla Ter.Coop. con una gara di appalto che ha fatto molto discutere, suscitando perplessità (¹ ²  ³).

Cambiando la prospettiva, da locale e materiale a globale e politica, la critica si fa ancora più radicale: lo stile di vita americano e l’impronta carbonica che lascia stanno distruggendo il nostro pianeta, gli allevamenti intensivi di bovini sono tra le principali cause di inquinamento e i cambiamenti climatici sono sotto gi occhi di tutti, per usare un’espressione trita e ritrita. Certo, la McDonald’s, come tutte le grande aziende che distruggono giorno dopo giorno il pianeta ha intrapreso un percorso di greenwashing che ci ricorda continuamente e a reti unificate che la carne che utilizza è tutta italiana e altre cose meravigliose, ma sappiamo benissimo che l‘impatto del comparto fast food sull’ambiente, tra logistica, allevamenti e produzione di rifiuti, è devastante. Due consiglieri comunali che mettono la loro faccia e le loro voci al servizio di una multinazionale di questo tipo sono irresponsabili e hanno quantomeno una scarsa stima in se stessi, se si sminuiscono così come hanno fatto avanzando questa mozione.

Non riuscendo a credere che tutto ciò sia stato spontaneo e genuino, non possiamo far altro che constatare una volta di più l’asservimento delle forze politiche al grande capitale e il loro totale disinteresse nei confronti dei cittadini e della città.

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Bollete pazze Ruzzo? Non paghiamole!

Lo scorso anno la società per azioni che gestisce i servizi idrici integrati in provincia di Teramo, la Ruzzo Reti, si è resa responsabile dell’invio di centinaia di bollette con importi assurdi, nell’ordine delle migliaia di euro, e in qualche caso addirittura superiori ai 5000 euro.
Ci è sembrato ingiusto che in un periodo critico come questo che stiamo vivendo: pandemia CoVid19, problematiche occupazionali e salari da fame potessero arrivare salassi simili a quelli citati per pagare l’acqua! Non avere abbastanza soldi per pagare il servizio dell’acqua o addirittura dovere accedere a finanziamenti per poterlo fare ci è parso assurdo. Per questi motivi abbiamo scelto di interessarci della questione, in quanto Casa del Popolo di Teramo, e vedere se fosse possibile dare una mano.
La Ruzzo Reti gestisce i servizi idrici integrati (acqua corrente, fognature e depurazione acque reflue) a tutti i comuni dell’ente d’ambito teramano (tranne Fano Adriano), l’ente d’ambito comprende 40 comuni su 47 della provincia di Teramo. Tutti i comuni serviti sono anche soci della società per azioni (tranne Isola del Gran Sasso, Pietracamela e Pineto), i sindaci dei comuni soci votano per eleggere il consiglio d’amministrazione della Ruzzo Reti.
La breve introduzione per chiarire di cosa stiamo parlando, una società di provincia il cui consiglio di amministrazione è di nomina politica.

Le bollette esagerate sono state emesse sfruttando:
– il cavillo dell’autolettura, chi non la aveva effettuata si è di fatto visto segnare un acconto sul consumo enorme;
-una piccola furbizia per gli importi del 2018, di fatto non esigibili per legge, ma richiesti lo stesso;
di fronte alla sorprese degli utenti la S.p.A. ha ben tenuto a specificare che gentilmente consentivano la rateizzazione per chi avesse problemi a saldare, sperando forse di nascondere così la mala gestione della vicenda e il tentativo di far quadrare i conti del carrozzone Ruzzo Reti mungendo gli utenti.

 

 

Oltre alle bollette ridicole è evidente anche un problema di carattere politico, sull’utilizzo di un bene come l’acqua da parte di chi in teoria
dovrebbe gestirla al meglio per la popolazione teramana.

Come primo momento di confronto e protesta abbiamo organizzato una assemblea pubblica in piazza Martiri della Libertà che ha visto la partecipazione di compagne, compagni e di tanti utenti sgomenti e arrabbiati.

L’assemblea ha generato delle proposte e ha deciso di continuare sul percorso di piazza per tenere alta l’attenzione su una questione che lungi dall’essere corporativistica o settaria riguardava (e riguarda) tutti.
Venne deciso di organizzare una manifestazione davanti alla sede della Ruzzo Reti in via Nicola Dati a Teramo, nonostante il periodo pandemico abbiamo riscontrato ancora un grande appoggio da parte della popolazione e abbiamo ricevuto numerose richieste di sostegno, soprattutto per ciò che riguardo l’impiantoburocratico, per questo motivo abbiamo deciso di organizzare uno sportello presso la Casa del Popolo per ricevere, ascoltare e aiutare chi era più in difficoltà.
Mentre succedevano queste cose la città si riempiva di striscioni contro il malaffare della Ruzzo Reti.


Assemblee e incontri hanno portato a queste proposte, avanzate dalla Casa del Popolo alla Ruzzo Reti S.p.A. e per conoscenza a tutti i sindaci dei comuni soci:
-Scorporo degli importi relativi al 2018, non esigibili a norma di legge. Per la Società gli utenti si sarebbero dovuti recare in sede a compilare un modulo per riottenerli, una bella presa in giro visto che semplicemente nono dovevano pagarli.
-Moratoria: totale per gli utenti con isee sotto agli 8000 euro e proporzionata all’isee per chi lo avesse superiore a tale cifra;
La Società si è rifiutata di incontrare pubblicamente l’Assemblea, e l’Assemblea si è rifiutata di andare a contrattare all’interno della loro sede,
siamo giunti così a un compromesso: due delegati della Casa del Popolo si sono recati presso l’ufficio protocollo per consegnare le proposte dell’Assemblea.
A livello politico la risoluzione dell’Assemblea ha avuto ampio appoggio e consenso ed è arrivata anche in consiglio comunale a Teramo; una consigliera di maggioranza ha chiesto al consiglio, proponendo la moratoria, di fare proprio lo spirito della Casa del Popolo e di aiutare le persone in difficoltà. Essendo stata votata a maggioranza la moratoria arriverà in consiglio di ammiistrazione della Ruzzo Reti.
Ora riteniamo sia necessario un consiglio di amministrazione straordinario della Ruzzo Reti S.p.A. per discutere la moratoria e per vedere cosa hanno intenzione di fare i sindaci dei comuni soci: rappresentare i propri cittadini e scoprire gli interessi della Ruzzo Reti o continuare il giochino della politica e delle nomine.
Nel frattempo sono arrivate le feste, e la Befana, oltre a portarsele tutte via, ha anche consegnato il carbone a quei monelli birboni della Ruzzo Reti.


A marzo sarà passato un anno dall’emissione delle bollette pazze, qualsiasi cosa accadrà noi non staremo a guardare.

CdP Teramo

 

Ruzzo Reti (the company that manages water services in Teramo and its whole province), last year was responsible for sending hundreds of bills with crazy amounts. In some cases these bills were even more expensive than 5000 euros.

Is totally unfair that during this period in which we are experiencing Covid 19 Pandemic, employment problems and starvation wages people may receive extremely expensive bills, as mentioned before, to pay water.

It’s such a stretch not having enough money to pay the water service or even having to access to funding to do so.
For these reasons we decided to focus on this topic and offering our help and support to all the people who need it.
Ruzzo Reti manages the integrated water services (tap water, sewerage and sewage treatment) of all the municipalities of the Teramo area (exception for Fano Adriano) it includes 40 municipalities out of 47 in the province of Teramo.
All the municipalities served are also members of the joint stock company (except Isola del Gran Sasso, Pietracamela and Pineto), all the mayors of the municipalities served vote to elect the board of directors of Ruzzo Reti.
This briefly introduction to clarify what we are talking about, a provincial Company whose board of directors is politically appointed.

The exaggerated bills were issued exploiting:

– Quibble of water meter self-reading, all the people who had not affected it saw a down payment on huge consumption;

– A little cunning for the water bills amounts of 2018, not enforceable by law, but required the same by Ruzzo Reti.

Facing customers’ surprises, Ruzzo Reti, specified that they kindly allowed installments for those who had problems to pay super expensive bills. Perhaps hoping to hide bad mgmt and their attempt to balance accounts and, in the meantime, continuing to exploit customers.

In addition to the silly bills there is an evident politically problem regarding water as a common good and how it as to be managed.

We organized a public assembly in Piazza Martiri della Libertà to discuss and protest with the involvement of comrades and Ruzzo customers.
During the assembly a lot of proposals come out and we decided to plan other rallies for keeping high attention on a matter that far from being corporatist or sectarian but involves everyone.

It was decided to organize a rally in front of Ruzzo Reti HQ, despite the pandemic period we found a great support from the population and we received numerous requests for help, especially for what concerns the procedures, for this reason we decided to organize an help desk at Casa Del Popolo to receive, listen and support those who were most in difficulty.
In the meantime our hometown was filled with banners against the evil of Ruzzo Reti.

After rallies and meetings Casa Del Popolo forwarded these proposals to Ruzzo Reti S.p.A. and for the knowledge of all the mayors of the municipalities members:

– Excluding all the 2018 water bills amounts, not enforceable by law, for the Company, customers would have to go to the office to fill out a form to get the bills amounts back, a good joke since they simply didn’t have to pay them.

– Moratorium: total for users under EUR 8000 and proportional to the number of users above EUR 8000;

The Company refused to meet all the people publicly and people refused to go and negotiate within their HQ.

So that compromise was reached: two delegates from Casa Del Popolo went to the Protocol Office to deliver the proposals.
From a political perspective all the decisions and proposals made had broad support and consensus and also reached the municipal council in Teramo, a majority councillor asked the council, proposing the moratorium, to embrace the spirit of Casa Del Popolo to support people with difficulties.

Having been voted by a majority, the moratorium will come to the Board of Ruzzo Reti.

At this point we think it is necessary a Ruzzo Reti extraordinary board for discussing the moratorium and understanding what the mayors of the municipality partners intend to do, represent its citizens or continuing to play the game of politics and appointments.

Meanwhile, bank holidays have arrived and Befana gifted coal to all the naughty people of Ruzzo Reti.

Next March it will be a year since the issuance of crazy bills, whatever happens we will not stand by.

CdP Teramo

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Siamo Tornati.

Dopo qualche anno di diversa attività, questa pagina torna a vivere.

2009\2022 Veritas filia temporis.

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DIAZ. Genova 2001.

La Corte Europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Italia per quanto accaduto il 21 luglio 2011 durante l’irruzione delle forze dell’ordine all’interna della scuola dove dormivano i manifestanti. Il comportamento delle forze dell’ordine “dev’essere qualificato come tortura”. L’Italia è stata anche condannata per la mancanza di legislazione in materia (da noi non esiste il reato di tortura, solo da noi…)

ANCORA UNA VOLTA, NIENTE DI NUOVO SOTTO IL SOLE, SOLO LA FASTIDIOSA SICUREZZA DELLA RAGIONE.

LA LOTTA E’ DI CLASSE.

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Le elezioni a Teramo. Un po’ di serietà dopo tante cazzate.

Sperando che i dieci giorni trascorsi abbiano consentito di smaltire la sbornia elettoralistica e di placare la frenesia da poltrona pubblichiamo il nostro piccolo commento su queste ultime elezioni.

Al primo turno un centrodestra in grande spolvero annichilisce il partito democratico teramano. In un contesto di trionfo nazionale i dirigenti “democratici” nostrani sono costretti a fare i conti con la loro pochezza politica e territoriale.
Al ballottaggio si ribalta la frittata e a momenti la candidata dell’opposizione riesce a sorprendere il sindaco uscente, non riuscendoci solo alla fine.

Viene naturale porsi una domanda: dov’erano al primo turno tutte le persone che hanno votato per il pd al ballottaggio?
Risposta: a votare le altre liste e listarelle varie che coprendosi con l’ombrello dell’”alternativa politica” andavano in cerca di un posto al sole al consiglio comunale.

Ulteriore domanda: perché se il progetto della listarella da loro scelta in occasione del primo turno era realmente così “alternativo”, si sono ridotti a votare per il partito democratico al secondo turno?
Risposta: è evidente dunque come abbiano attuato una votazione cosiddetta di protesta contro l’amministrazione in carica. Il voto di protesta però, come il Movimento 5 stelle e le case senza fondamenta ci insegnano, lascia il tempo che trova e non avendo un passato non avrà mai un futuro. Difatti tale votazione non ha sortito alcun risultato.

Il clientelismo la fa da padrone nella nostra città, e la rete delle amicizie e delle conoscenze del centrodestra è ramificata e strutturata molto meglio rispetto a quella del centrosinistra, come ci dimostrano l’esercito di liste e consiglieri presentatisi con l’amministrazione uscente oltre allo stesso risultato elettorale del 25 maggio in ambito comunale e regionale.

Al di là di queste chiacchiere da bar, ciò che ci preme sottolineare in quanto Azione Antifascista è l’inutilità del voto per quanto riguarda la sinistra radicale e rivoluzionaria.

Inutilità sulla quale insistevamo prima delle elezioni e che dopo queste ultime si è palesata in tutta la sua evidenza: per chi si ritiene dalla parte del popolo e contro il grande capitale ora non è tempo di competere nella gara elettorale, è ancora non è chiaro se e quando lo sarà.
Per tornare alla metafora edilizia questo è il momento di ricostruire le fondamenta di un movimento anticapitalista sfasciato dalle sconfitte pluriennali e dai sofismi politici ed economici.

Il nostro obiettivo devono essere i lavoratori e i disoccupati stanchi di non avere un futuro (o di averlo ma non in mano loro, bensì del padrone che li affama), non i loro voti.
Non c’è più nulla di politico nelle tornate elettorali, l’exploit del pd nazionale altro non è che la richiesta di stabilità di un’Italia spaventata dai mass media, la vittoria del centrodestra a Teramo altro non è che la scelta del rendiconto personale all’interno del solito sistema clientelare da parte dei cittadini teramani.

La scelta politica è stata fatta da chi non recandosi alle urne ha di fatto delegittimato un sistema che non serve più al benessere di tutti ma solo alla salvaguardia di quello di pochi.
Il dato dell’astensione è sicuramente il più interessante dell’intera tornata elettorale. Senza voler fare i professori basta citare due dati:
-In Italia per le europee c’è stata l’affluenza più alta di tutta l’ue, il 53%, e non ci sembra affatto una grossa partecipazione popolare.
-Nella nostra città al ballottaggio praticamente non ha votato un teramano su due. La metà dei cittadini non ha votato il proprio sindaco.

E’ da qui che deve ripartire chi si dice dalla parte del popolo e contro il grande capitale industriale e finanziario.

Chi a sinistra non comprende tutto ciò, o è un ingenuo in buonafede, o un’arrivista imbroglione. A Teramo li abbiamo visti entrambi.

antifa-teramo

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TUTTE PRINCIPESSE sabato 26 aprile h 18:00 piazza Sant’Agostino Teramo

Il Laboratorio Politico Gagarin 61 organizza per sabato 26 aprile alle 18:00 in piazza Sant’Agostino a Teramo (a 20 metri dal Gagarin) lo spettacolo teatrale TUTTE PRINCIPESSE, della compagnia indipendente ATTRICE CONTRO.

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TUTTE PRINCIPESSE – Compagnia teatrale indipendente Attrice Contro

 

“Tutte almeno una volta nella vita siamo state chiamate principesse, proprio tutte, anche loro, quelle strappate alla favola da mostri travestiti da principe…” un reading dai toni ironici, a tratti sarcastici, un momento di riflessione sull’emancipazione femminile ma soprattutto sulla condizione della donna oggi e sui continui attacchi al diritto d’aborto e di autedeterminazione del proprio corpo.

Poesia e diritti, storie di donne che ce l’hanno fatta, e di altre che purtroppo sono finite nel baratro della sottomissione. Un inno alla ribellione fuori e dentro le mura.

 

Di seguito il link a una recensione dello spettacolo di CortocircuitO:

http://www.inventati.org/cortocircuito/2013/11/30/tutte-principesse/

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20 aprile. Presidio sotto il carcere di Teramo.

Dal 5 al 20 aprile è stata indetta dal Coordinamento dei Detenuti una mobilitazione all’interno delle carceri per denunciare le condizioni inaccettabili e disumane alle quali sono costretti i carcerati.

Il problema principale nelle galere italiane è il sovraffollamento: senza analizzare le situazioni caso per caso, sappiamo che la popolazione carceraria italiana è di quasi un terzo superiore alla capienza delle carceri. Questo significa vivere in spazi ristretti, a volte dormire per terra, condividere un bagno in 6 o 7, senza alcuna intimità, oltre ad essere privati della libertà e della propria essenza di esseri umani. Perché è questo che accade nelle carceri, gli individui vengono costantemente controllati, soggiogati e oppressi, vengono privati della vita psichica, fiaccati, stremati, mancano o sono comunque minime inoltre l’acqua, il riscaldamento, cure mediche adeguate e cibi di quantità e qualità decenti.
Ancora peggiori sono le condizioni dei detenuti a regime 14 bis (isolamento), alta sorveglianza e 41 bis (carcere duro) che, ulteriormente colpiti contro ogni senso di giustizia, subiscono la privazione, sempre più radicale, di ogni tipo di attività che fa di loro esseri umani: gli si impedisce di avere rapporti sociali con gli altri detenuti, ci sono restrizioni nella ricezione di posta o nelle visite di amici e famigliari, e così via.

Il carcere non è che lo specchio della società. Le contraddizioni sociali, la repressione, il controllo costante, che fuori dalle galere sono camuffate dietro apparenti diritti democratici e logiche di ordine sociale, nel carcere diventano palesi. Nessuno si scandalizza poi tanto se viene tolta la libertà e la possibilità di svolgere attività umane (socializzare, leggere, chiacchierare, avere affetti eccetera) o si impone di vivere in condizioni miserabili a individui presumibilmente colpevoli di aver violato le regole della società, anzi, per alcuni, erettisi a giudice, è necessario che tali individui paghino le violazioni e anche nel modo più feroce. Per altri il carcere deve avere carattere educativo, come se privare un uomo della vita possa in qualche modo portare ad una redenzione.
Non è credibile poter credere in un miglioramento delle carceri. Sono auspicabili piccole conquiste all’interno delle strutture e miglioramenti nelle condizioni di vita dei detenuti, ma il carcere come strumento per eccellenza di repressione non deve esistere, non può essere accettato e deve essere contestato.

Ancor più se analizziamo la popolazione carceraria.

Nelle carceri italiane troviamo per la maggior parte individui con un basso livello di istruzione, individui che fanno parte delle fasce economicamente più basse e immigrati. I reati più diffusi sono furto, piccole rapine, spaccio di poco conto o reati contro il patrimonio. Che cosa significa? Che nelle carceri ci finisce chi non sta alle regole di questo sistema, chi non trova spazio in questa società e finisce per trasgredirne le regole, per necessità o per libera scelta. La trasgressione aumenta esponenzialmente in un periodo di crisi economica, in cui aumenta la disoccupazione, aumenta la necessità, diminuiscono le possibilità di sopravvivenza.
La popolazione carceraria italiana è per lo più composta dagli “ultimi” della società, da un sottoproletariato esercito di riserva della borghesia potenzialmente pericoloso per l’ordine pubblico perché spinto a reagire, in un qualche modo, alle condizioni di vita misere in cui è gettato dal padronato. Si tratta di un settore della società che per lo stato va sicuramente tenuto sotto controllo ed emarginato ulteriormente.

Il carcere va quindi contestato e combattuto non soltanto dal punto di vista umanitario, ma anche da quello più strettamente politico. Una lotta contro il capitale, una lotta contro il sistema non può prescindere da una lotta contro le sue prigioni.
Per queste ragioni tutta la nostra solidarietà va ai detenuti in lotta, in questi giorni di aprile e tutti i giorni.
Per queste ragioni il 20 aprile dalle ore 16.00 saremo sotto le mura del carcere di Teramo, per dare il nostro sostegno e la nostra solidarietà ai detenuti, perché non si sentano soli e per portare fuori la loro voce.

Azione Antifascista Teramo

filospinato

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Lezioni di Stile

Noi siamo l’Azione Antifascista di Teramo e fin dalle nostre prime riunioni, ormai cinque anni fa, abbiamo sempre tenuto nei confronti delle persone con le quali ci trovavamo a interagire un comportamento inclusivo e comprensivo; le sette e le religioni non ci piacciono, ne tanto meno ci sentiamo depositari di una verità unica e sola che solo noi possiamo custodire. Questo comportamento ci ha ripagato, rispetto agli inizi siamo di più, siamo più forti, e ogni ragazzo o ragazza che si è avvicinato a noi ci ha insegnato qualcosa. Lo stesso criterio ci ha guidati nei rapporti con gli altri gruppi politici e non, con i quali nella nostra breve storia ci siamo ritrovati a parlare, bene o male lo abbiamo fatto con tutti coloro ce ne abbiano fatta richiesta (ovviamente con i limiti posti dall’antifascismo militante), e anche in questo caso abbiamo stretto amicizie importanti che ci hanno dato parecchio, e anche quando le conoscenze non andavano a buon fine c’era comunque qualche lezione da trarre.

Ebbene ultimamente in parecchi stanno confondendo questo nostro spirito solidale, che non rinneghiamo affatto, con ingenuità, ed è evidente come questo non vada bene. Sentiamo spesso parlare e sparlare di noi (anche le pulci hanno la tosse in questa città), sempre a sproposito, senza che nessuno prenda il coraggio di venirci a dire in faccia le sentenze che sputa, costringendoci a muovere per situazioni che nemmeno ci riguardano; ci sono stati casi in cui addirittura altri hanno utilizzato il nostro nome per loro questioni senza nemmeno prendersi la briga di contattarci…

Di queste persone e gruppi non faremo il nome, non siamo un’agenzia pubblicitaria, e ci scusiamo per questo comunicato che risulterà sicuramente vago per la maggior parte di coloro che lo leggeranno. La nostra speranza è che chi di dovere capisca anche se, visti i livelli intellettivi in ballo, abbiamo i nostri dubbi.

In ogni caso quello che attraverso queste righe ci preme ricordare e sottolineare con forza è:

l’Azione Antifascista di Teramo è quella perfettamente riconoscibile che trovate per le strade della nostra Città.

Le cose da fare sono tante e noi purtroppo non abbiamo tempo o energie da dedicare a chicchessia, quindi chiunque abbia qualcosa da comunicarci è pregato di venire a dircela di persona, piuttosto che affidarsi al chiacchiericcio da bar o alla tastiera e ai social network. Noi siamo qui.

Azione Antifascista Teramo. A Testa Alta dal 2009.

antifa-teramo

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Sfuggire al Controllore – Comunicazione e Consapevolezza in Rete

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Quando l’ingiustizia si fa legge, ribellarsi è necessario.

 

La vicenda di Davide Rosci è ormai nota a tutti, l’8 febbraio si è tenuto il processo d’appello nel quale è stata confermata la vergognosa condanna a 6 anni per Devastazione e Saccheggio e Davide è stato spostato dal carcere di Viterbo ai domiciliari presso la casa dei genitori a Teramo.

Quello che invece in pochi sapranno è che recentemente sono state respinte le richieste di permesso di visita al fratello con i due figli piccoli e alla zia, alla sorella lo stesso permesso è stato negato ma le è consentito recarsi dalle 18 alle 20 presso l’abitazione dei genitori per prendersi cura del padre che, ricordiamo, è malato.

Abbiamo preso per questo breve intervento il nome dalle mobilitazioni del 14 e 15 marzo perché questa vicenda si inserisce a pieno titolo nel discorso antirepressivo che le suddette mobilitazioni intendono portare avanti e perché non avremmo potuto trovare una frase che calzasse così perfettamente alla schifosa situazione della quale è vittima Davide e con lui tutti noi.

La vicenda processuale la conosciamo bene, non c’è nulla che indichi che i ragazzi abbiano personalmente infranto qualche legge, la sentenza, e anche questo è noto, è politica.

Come sanno anche i sassi si è voluto colpire il movimento in generale e l’azione antifascista di Teramo in particolare.

Adesso lo Stato alza il tiro, impedendo alla famiglia di andare a visitare Davide attacca direttamente la persona, una persona che nella nostra piccola città era un punto di riferimento per tutti e adesso è un simbolo.

In questo caso particolare, ancor più che nell’azione repressiva a livello nazionale, l’ingiustizia è stata fatta legge, e a Teramo, ancor più che in Italia, ribellarsi è necessario.

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